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OPHELIA SUITE

Foto: © Lorenzo Lessi

GAMO ENSEMBLE

Francesco Gesualdi, direttore

Giulia Peri, soprano
Sara Minelli, flauto (anche fl in sol e fl basso)
Nicola Tommasini, fisarmonica
Marco Facchini, violino
Lucio Labella Danzi, Violoncello
Giacomo Piermatti, Contrabbasso
Stefano Pierini, elettronica e regìa del suono

prima esecuzione del programma:
LXXXII Festival del Maggio Musicale Fiorentino

I personaggi protagonisti delle vicende narrate da William Shakespeare, costituiscono, nel loro insieme, un universo in cui è esplorata e rappresentata la quasi totalità dei tipi umani e delle tematiche fondamentali legate alla loro (e nostra) esistenza.
Tra tutti, uno dei personaggi che ha goduto di una speciale attenzione è quello di Ophelia, l’anti eroina, la ‘vittima universale’ del potere, della società patriarcale e maschilista, dell’ambizione altrui; la donna riflessa negli occhi degli uomini che la circondano e che ne soffocano l’esistenza.

Ophelia è una ‘donna assente’, un oggetto del feticismo maschile, un essere che passa dall’infanzia alla morte attraverso la follia; è un fantasma la cui presenza genera paura nei suoi osservatori in quanto rappresentazione dell’altro da sé, dello sconosciuto, del diverso, presenza-assenza disturbante ed ossessivamente legata alla morte e ad un tipo di sessualità che si vorrebbe rimossa.

Di lei conosciamo poco, solo quello che gli altri ne dicono, di come la descrivono; ma lei ‘manca’ e, intrecciando ghirlande che hanno simbolicamente la stessa forma dell’iniziale del suo nome, cerca di affermare la sua propria identità senza successo e poi cade sotto il suo stesso peso trasformandosi in una creatura d’acqua.
E come una sirena canta, cerca la sua voce ‘appropriata’, racconta la sua assenza e la sua sofferenza attraverso quella ‘mad song’ che ai suoi osservatori appare solo come l’espressione della perdita del senno ma che in realtà le dà ‘presenza’ e la trascende in icona universale e trasversale, al di là del suo specifico ruolo di personaggio femminile.

Il percorso drammaturgico si svilupperà lungo una sequenza di momenti diversi nei quali la voce rimane l’elemento centrale, ‘amplificata’ ed ampliata dall’elettronica, sia nella sua manifestazione musicale che in quella legata alla parola.
L’universo Ophelia viene articolato attraverso una moltitudine di voci che danno vita ed espressione alla sua complessità esistenziale, declinata attraverso la trasfigurazione verbale di frammenti tratti da Shakespeare, Plath, H. Müller ma anche Lacan, Sartre, Kierkegaard, interventi in cui la parola viene sublimata più che riferita e che integreranno ampliandola la dimensione musicale.

La struttura del lavoro sarà a stazioni sul modello di una Via Crucis laica, in cui, col procedere del rituale, si assiste ad una progressiva e parallela disgregazione esistenziale della protagonista che lentamente procede verso la sua dissoluzione definitiva, attraverso l’ultimo ed estremo atto finale; un atto di ribellione e resistenza che passa attraverso l’ombra e la perdita di sé.

L’organico strumentale necessario è anch’esso espressione della concezione drammaturgica e, accanto a Ophelia prevede un ensemble le cui sonorità sono integrate ed interconnesse con l’elettronica che avrà la funzione di ampliare e completare l’orizzonte sonoro dell’oscuro mondo della protagonista.

Stefano Pierini